di Leonardo Marzocco
Storicamente parlando, la lotta per il dominio regionale tra Iran e Russia non ha mai permesso alle due potenze di instaurare una vera e propria alleanza; partnership e trattati in funzione strategica, invece, sono gli elementi principali che hanno caratterizzato le relazioni tra i due stati. L’odierno isolamento politico-economico dei due paesi per mano occidentale, in seguito alla guerra in Ucraina e alle repressioni dei manifestanti in Iran, fa sì che Teheran e Mosca reiterino il pattern dell’accordo di convenienza per sostenersi dal punto di vista militare ed economico. In cosa consiste, dunque, tale accordo? Ha motivo di esistere al di là della guerra?
L’invasione russa del territorio ucraino doveva essere cosa veloce: una guerra lampo nelle analisi del Cremlino e del Pentagono, con una previsione dalle 48 alle 72 ore per la caduta di Kiev. Le dichiarazioni di Putin e del ministro degli esteri russo Lavrov, fecero intendere che l’obbiettivo finale dell’offensiva fosse quello di instaurare un governo fantoccio in Ucraina, apparentemente indipendente ma di fatto dipendente dalla Russia, per allontanare il fantasma dell’alleanza atlantica dai propri confini. L’incapacità di ottenere tali risultati in suddetti tempi è dovuta a una molteplicità di fattori: la resistenza ucraina; le sanzioni contro la Russia e gli aiuti militari a Kiev da parte del mondo occidentale; la riluttanza da parte dell’esercito russo nell’utilizzo dell’aeronautica e le interruzioni nelle loro reti di rifornimento da parte dell’esercito ucraino. Inoltre, la disparità nella disposizione e nella capacità di utilizzo di droni strategici da parte dei due Stati, che ha visto una netta superiorità ucraina in tal senso, ha permesso a Kiev di bloccare diverse operazioni russe tramite la distruzione di missili terra-aria, convogli militari, carrarmati e fanteria.
La partnership in ambito militare
In questo ambito, quindi, l’Iran può dare un aiuto fondamentale alla Russia. Infatti, i droni da combattimento russi, i KUB-BLAe i LANCET-3, risultano poco efficienti per via delle loro cariche esplosive inique e vengono facilmente distrutti dai missili S-300 ucraini. Le difficoltà economiche, acuite dalle sanzioni, non hanno permesso alla Russia di procurarsi i componenti e la tecnologia occidentale necessaria per rinnovare il proprio arsenale di droni. L’Iran ha quindi sfruttato l’occasione per aiutare la Russia a sopperire a tale lacuna tecnologica, fornendole i propri droni kamikaze Shahed e Mohajer e il know how necessario per utilizzarli nel modo più efficace possibile. I droni Shahed possono arrivare ad avere una carica esplosiva da 400 chili, molto superiore a quella del LANCET-3 e del KUB-BLA. Probabilmente la Russia continuerà a utilizzare droni anche per colpire obbiettivi civili, con l’intento di aggirare l’artiglieria ucraina di produzione americana HIMARS.
Shahed 129 UAV esposto alla “Eqtedar 40 defence exhibition” in Tehran
Fonte: Fars Media Corporation
Sebbene il fornimento di droni alla Russia sia cominciato prima delle proteste in Iran, le sollevazioni giocano un ruolo chiave per quella che è diventata una vera e propria partnership militare. Una volta che le proteste sono diventate oggetto di indignazione a livello globale, inasprendo sanzioni già esistenti e ostilità occidentali, l’Iran si è rivolto alla Russia. Le due potenze si dilettano così in una sorta di balancing of threat in funzione antioccidentale, colmando ognuno le mancanze dell’altro. Le capacità nell’aviazione militare iraniana sono di gran lunga inferiori alla nota expertise di Teheran in ambito droni, testati in teatri di guerra da gruppi armati come Hezbollah e gli Huthi e venduti a diversi Stati nel mondo. Il balancing of threat russo-persiano, dunque, si sta realizzando, in ambito militare, tramite un semplice accordo bilaterale di scambio di armamenti: i miei droni per i tuoi aerei. Difatti, è previsto l’arrivo in Iran dei jet Su-35 russi, insieme a elicotteri militari e all’avanzato sistema di difesa antiaerea S-400.
Luoghi di produzione e rotte per il trasporto di droni alla Russia.
Fonte: National Resistance Center
La partnership in ambito economico
In campo economico, invece, le due potenze stanno collaborando su diversi ambiti commerciali per aggirare le sanzioni o per sostenerne il peso. L’ambito di collaborazione più importante riguarda la National Iranian Oil Company (NIOC) e la nota azienda di gas russo Gazprom. Le due aziende hanno firmato a luglio un protocollo di intesa da 40 miliardi di dollari per lo sviluppo di giacimenti di petrolio e gas in territorio iraniano; inoltre, il protocollo riguardava anche la volontà di iniziare un progetto di lavoro sul gas naturale liquefatto (LNG). Un altro ambito di collaborazione riguarda la costruzione di aerei di linea, campo in cui l’Iran sta facendo fatica negli ultimi anni: nel 2017, il quartier generale per lo sviluppo tecnologico dell’aviazione iraniana (IATDH) si preparava a costruire un aereo da 72 posti, da completare entro il 2021, ma il progetto non ha mai visto la luce. Teheran e Mosca, dunque, stanno collaborando per la costruzione congiunta di un aereo dai 72 ai 150 posti entro una data non ancora definita. Dall’intensificazione dei rapporti economici ne consegue l’inizio della costruzione, da parte dei due Stati, di reti commerciali meglio definite: vie di rifornimento per l’invio di materiale d’armamento che colleghino l’Iran e la Russia tramite fiumi, ferrovie e collegamenti nell’area del mar Caspio.
La partnership nel passato e nel futuro
Il futuro del conflitto russo-ucraino è incerto, così come la partnership russo-persiana venutasi a creare in questo momento storico. Difatti, l’intensità delle relazioni tra le due potenze è stata catalizzata dagli eventi dello scenario politico globale attuale. I due attori, d’altro canto, condividono una storia segnata da teatri geopolitici regionali che li ha visti recitare la parte degli eterni rivali, con qualche saltuaria partnership all’insegna dell’interesse politico del momento. Il supporto iraniano ai mujahidin in funzione antisovietica nella guerra in Afghanistan (1979-89) e il rifornimento di armamenti a Saddam Hussein durante la guerra tra Iraq e Iran (1980-88) da parte della Russia, costituiscono due esempi di suddetta rivalità nella storia moderna dei due paesi. Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, invece, Mosca credeva che l’Iran avrebbe promosso la rivoluzione islamica nei paesi dell’Asia centrale. Tuttavia, l’Iran decise di collaborare con la Russia per porre fine alla guerra civile in Tajikistan (1997) e fece in modo di fare entrare Mosca nell’Organizzazione della Conferenza Islamica (2005). La necessità di un’apertura da parte dell’Iran nei confronti della Russia fu causata dall’embargo militare e tecnologico che isolava lo Stato persiano dall’Occidente: il ritiro russo dall’Afghanistan e la fine dell’URRS rappresentarono un’occasione ghiotta per scegliere Mosca come partner per uscire da tale embargo. La questione appena illustrata rappresenta un esempio di come le due potenze possano cooperare esclusivamente per uscire dal pantano del momento.
Visto lo scenario internazionale attuale e viste le relazioni storiche di Russia e Iran, dunque, si può affermare con forte probabilità che l’attuale partnership militare ed economica russo-persiana continuerà a vivere di pari passo con il proseguimento del conflitto russo-ucraino e con il proseguimento dell’isolamento occidentale ai danni delle due potenze. Dopodiché, pronti i costumi di scena e il trucco, i due attori saliranno nuovamente sul palco per recitare la solita commedia.