di Riccardo Seghizzi

Xiomara Catro è la prima Presidente donna dell’Honduras e vincitrice alle presidenziali con la più alta percentuale di voto. Ma chi è Xiomara Castro?

Nata nel 1959, Xiomara Castro sposò ad appena 17 anni Manuel Zelaya, e sarà proprio grazie a lui che si avvicinerà alla politica. Influenzata dalle ideologie liberali del consorte, Castro nel 2005 si diede da fare nelle elezioni presidenziali come responsabile del settore femminile del Partido Liberal de Honduras nella città di Catacamas, a favore della corsa di Zelaya per il Palazzo José Cecilio Del Valle. In parallelo a ciò, la neo Capo di Stato si impegnerà anche in altri progetti, soprattutto sulle tematiche sociali e tutela delle donne, come ad esempio il suo contributo per la creazione del Centro de cuidado diurno para niños, struttura finalizzata a sostenere le madri single con corsi professionali, coltivazione di piccoli orti e formazione in materia di igiene e salute. 

Manuel Zelaya vinse le elezioni del 2005, rendendo così Castro first lady, e giocando ruolo cruciale nei programmi di welfare del governo onduregno. L’esperienza presidenziale al fianco del marito però terminerà bruscamente nel giugno 2009, quando Zelaya venne deposto da un colpo di stato e spedito in Costa Rica. In seguito a tale evento Xiomara si avvicinò prima al Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, guidando le proteste contro il golpe, per poi fondare nel marzo 2011, insieme al marito liberato, il partito Libertad y Refundación (LIBRE).

Nel 2013 si presenterà alle presidenziali proprio con la sua formazione, venendo però sconfitta da Juan Orlando Hernández. Quattro anni più tardi, nonostante un buon consenso popolare, decise di lasciare il posto al collega Salvador Nasralla per la corsa come Presidente. Anche in quella occasione il suo delfino non riuscì ad approdare per appena due punti percentuali al Palazzo José Cecilio Del Valle, dove vi rimase Hernández.

Così, al terzo tentativo, Xiomara Castro ce l’ha fatta ed è diventata, lo scorso novembre, Presidente dell’Honduras. Prima donna a riuscirci, con record di affluenza e voti, Castro ha scardinato 12 anni di destra e consumato la sua rivincita. Il 27 gennaio 2022 è andata in scena la cerimonia d’investitura nell’Estadio Nacional Chelato Uclé, dando il via alla Revolución Xiomara Castro

Xiomara aveva promesso un governo socialista e soprattutto femminista, nonostante le sole nove donne presenti nella squadra di governo. Oltre a gran parte di collaboratori e dirigenti di LIBRE, nell’esecutivo Castro non mancano presenze del Partido Salvador de Honduras (PSH), alleato presidenziale. 

La neo Presidente eredita un Paese fortemente in difficoltà, come dimostrano molti numeri. Il debito honduregno è aumentato vertiginosamente nell’ultimo decennio, con i governi JOH, dal 32% del 2012 al 55% circa del 2020. Numericamente si parla di oltre 16,5 miliardi di dollari, ovvero il 70% circa dell’intera economia dell’Honduras. A risentire di questo pesante macigno è ovviamente la popolazione. Secondo i dati della Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (ECLAC) datati 2021, circa il 40% della popolazione vive in povertà estrema e il 67,4% in povertà relativa, soprattutto concentrata nelle aree rurali, dove il 73,5% delle famiglie vive in povertà. Altro problema che Castro dovrà affrontare, relativo alla situazione di povertà incalzante, è la forte emorragia migratoria, che in quattro anni ha fatto fuggire dal Paese mezzo milione di persone dirette negli Stati Uniti.

Proseguendo con i problemi da risolvere, troviamo sicuramente la corruzione, presente a tutti i livelli nelle istituzioni ed ostacolo al rilancio economico. Poi ancora la criminalità, con un tasso tra i più alti al mondo, narcotraffico e disoccupazione. Infine la tematica che più di tutte forse, a Xiomara Castro sta a cuore, ovvero l’attenzione alla condizione di violenza sulle donne. Tristemente, l’Honduras è primatista in America Latina per numero di femminicidi secondo l’Observatorio de Derechos Humanos de las Mujeres del Centro de Derechos de Mujeres

In risposta a tutto questo allarmante elenco, Xiomara Castro vuole comunque apportare una ‘revolución’ al Paese centro americano, con interessanti proposte e molta intraprendenza. La questione economica sicuramente prevedrà un programma diluito nel tempo, in quanto lo Stato è impossibilitato a far fronte alle scadenze del debito pubblico, e la strada intrapresa da Castro sembra essere una ristrutturazione integrale mediante gli accordi con i creditori sia pubblici che privati.  

Il governo Castro inoltre si è già dichiarato attivo e focalizzato su ventidue azioni urgenti. Alcuni punti interessanti sono ad esempio la concessione di energia elettrica gratuita alle famiglie che consumano 150 kilowatt al mese, misura che beneficerà più di un milione di persone che vivono in povertà, facendo pagare i costi a chi è grande consumatore di energia. Poi ancora troviamo l’impegno dell’esecutivo nella riduzione del prezzo degli idrocarburi e nel mettere fine alle Zonas de Empleo y Desarrollo Económico (ZEDE), ovvero a quelle zone franche volute dai precedenti governi, e conseguente espropriazione e sfruttamento territoriale di risorse naturali. Sempre su questo tema, Xiomara ha anche promesso di porre fine alle concessioni di ricerca mineraria ed idroelettrica.

Altri interventi sono pronti per l’argomento disoccupazione, che ha toccato il 10% nel 2020. Studi del Diagnóstico de Mercado Laboral Nacional dell’Universidad Nacional Autónoma de Honduras (UNAH), hanno rilevato che l’ex governo Hernández lascia oltre tre milioni di persone in condizione di sub impiego. Mentre ancora, i dati CIA World Factbook del 2019 mostrano una disoccupazione giovanile, tra i 15 e 24 anni, quasi all’8%. Questi dati mostrano il grande ostacolo che la neo Presidente dovrà affrontare.

Punto importante dell’azione di governo è la Comisión Nacional e Internacional para el Combate Frontal a la Corrupción e Impunidad, sulla falsariga di quanto è stato fatto in Guatemala. Tale organo, sostenuto dalle Nazioni Unite e dal Nord America, sarà volto all’estirpare la corruzione dilagante e capillare nell’élite ed establishment honduregna.

Qualche prima mossa si è vista anche nelle tematiche delle relazioni internazionali. Castro avrebbe già aperto alle relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare Cinese, con cui l’Honduras non mantiene contatti ufficiali in quanto storico alleato di Taiwan. Sulla diplomazia si attendono anche azioni su Panama, Messico, Cuba, Venezuela, Nicaragua, Ecuador e Belize. Scontato invece l’avvicinamento dell’Honduras agli Stati Uniti, da cui il Paese dipende economicamente, e come certificato anche dai vari colloqui tra Xiomara e Kamala Harris.

Infine, tra le proposte più importanti del programma spiccano quelle relative alle donne. All’avanguardia, per quanto riguarda il contesto nazionale, la proposta della legalizzazione dell’aborto, proibito in qualsiasi circostanza in Honduras fino ad oggi. Poi ancora, l’abrogazione del divieto sull’utilizzo di contraccettivi di emergenza e la legalizzazione dell’aborto in caso di stupro, quando la vita della partoriente è a rischio e quando il feto è malato o morto. Tematiche queste che necessiteranno di molte battaglie, vista la forte influenza conservatrice al Congresso. La Presidente avanzerà anche proposte ulteriori, come l’attivazione di misure come la creazione di centri preposti ad accogliere le vittime di maltrattamento, benefit economici più inclusivi e l’implementazione di un programma di educazione sessuale nelle scuole per rafforzare i valori di uguaglianza e rispetto tra le nuove generazioni. 

Xiomara Castro spera poi di riuscire ad intervenire anche sulla lotta al Covid-19, educazione, diritti umani e sicurezza. Il tutto sarà comunque da guadagnarsi in una lotta interna fatta di alleanze ed al Congresso la cui composizione vede cinquanta deputati del Partido Libre, quarantaquattro del Partido Nacional, dieci del Partido Salvador de Honduras, ventidue del Partido Liberal, uno del Partido Anticorrupción e uno del Demócrata Cristiano. Questo schema ammette quindi un lavoro fatto di appoggi e negoziati per Castro, che dovrà trovare 5 deputati per raggiungere la maggioranza semplice.

Al di là delle proposte e della loro possibilità di realizzazione, Xiomara Castro ha già dato l’idea della ristrutturazione e “revolución” che vuole dare al suo Honduras.

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