La recente scomparsa improvvisa del Presidente del Parlamento Europeo David Maria Sassoli l’11 gennaio 2022 ha lasciato per pochi giorni vacante la sua posizione, in quanto erano già previste nuove elezioni per il giorno 18 per decidere chi avrebbe presieduto la seconda metà del mandato (2022-2024). Già da tempo si parlava di una papabile favorita, la candidata del Partito Popolare Europeo (PPE) e Vicepresidente del Parlamento Roberta Metsola, le cui posizioni lasciavano però in sospeso alcuni dubbi e non si era sicuri del fatto che potesse raccogliere una maggioranza sufficiente per essere eletta.
L’intesa è stata raggiunta tra i tre principali gruppi partitici, ovvero PPE, socialdemocratici (S&D) e Renew Europe, i quali già si erano accordati nel 2019 riguardo la candidatura di Sassoli, liberale e socialista appartenente a S&D, a cui sarebbe poi succeduto, secondo i piani, un esponente del Partito Popolare. L’accordo recentemente raggiunto si è basato su una dichiarazione politica dei tre, la quale indicava come priorità la lotta contro la violenza sulle donne e le discriminazioni di genere, una riforma del sistema di tassazione europeo e l’introduzione di un salario minimo. Con tale dichiarazione si era deciso inoltre che S&D avrebbe avuto diritto a cinque posizioni come Vicepresidente e alla carica di capo della Conferenza dei presidenti delle commissioni parlamentari per i suoi membri. Questo è ciò che ha permesso a Metsola di superare al primo turno le altre candidate Alice Banh Kuhnke, rappresentante dei Verdi, e Sira Rego della sinistra liberale, con 458 voti a favore su 705 parlamentari totali, contro i rispettivi 101 e 57 delle rivali. Essendo comunque parte della destra conservatrice, è riuscita ad attirare il voto anche dei partiti più euroscettici, i quali avevano proposto il polacco Kosma Zlotowski, che si è però ritirato prima dell’inizio delle votazioni.
Roberta Metsola è quindi oggi la terza donna alla guida del Parlamento Europeo, la prima dopo vent’anni di soli Presidenti uomini, dopo Simone Veil (1979-1982) e Nicole Fontaine (1999-2002), e la prima cittadina maltese a ricoprire una carica così importante a livello europeo. È inoltre, a soli 43 anni, la più giovane ad aver mai assunto tale ruolo. La sua carriera politica è iniziata già negli anni universitari, quando è entrata a far parte del Partito Nazionalista di Malta (Partit Nazzjonalista), e successivamente nel 2004 quando ha sostenuto attivamente l’ingresso del suo Paese di origine nell’Unione Europea. A partire da quel momento ha proseguito la sua carriera come attaché nella rappresentanza permanente di Malta nell’UE, e nel frattempo ha condotto svariate campagne elettorali per promuovere la propria candidatura come parlamentare europea, fallendo per due volte consecutive e riuscendo nel suo intento solamente nel 2013. È inoltre stata al servizio di Catherine Ashton come consulente legale e parte della commissione parlamentare libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE). Nell’ultimo mandato ha poi ricoperto la carica di Vicepresidente al fianco di Sassoli, facendo risaltare la sua attività soprattutto nelle ultime settimane quando il Presidente era via via sempre più debilitato dalla malattia, e con la nomina di Presidente ad interim nei giorni seguenti la sua scomparsa.
Per le ragioni sopra citate, molti ritengono che l’elezione di Roberta Metsola rappresenti un’innovazione e un indice di cambiamento rispetto alle usuali tendenze delle istituzioni europee. Altri invece sostengono che si tratti dopotutto di una scelta abbastanza scontata, in quanto appartenente al principale partito europeo, del quale fa parte anche la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen; in particolare, in riferimento a quest’ultima precisazione, sono state sollevate preoccupazioni in merito all’eventuale capacità del Parlamento di opporsi al suddetto organo istituzionale. Ma i maggiori dubbi circa l’elezione di Metsola riguardano soprattutto le sue posizioni sulla questione del diritto all’aborto. Infatti Malta, paese largamente cattolico, è rimasto l’unico Stato Membro dell’UE in cui l’aborto è ancora illegale in qualsiasi caso, e nel fare ingresso nell’Unione era stata stipulata una apposita clausola che permetteva al Paese di mantenere la propria legislazione in materia. Roberta Metsola si è sempre apertamente dichiarata contro tale pratica, difendendo il suo pensiero conservatore ed enfatizzando il suo ruolo di madre di quattro figli, votando anche a sfavore della risoluzione approvata lo scorso anno dal Parlamento, la quale inseriva tra i diritti umani l’accesso sicuro all’aborto. Successivamente alla sua elezione ha cercato di calmare le acque dichiarando che la posizione del Parlamento, chiaramente pro-aborto, sarà quella che lei seguirà e promuoverà come vuole il suo incarico, ma è ancora troppo presto per dire se effettivamente ne sarà in grado.
Dall’altro lato, oltre alle criticità evidenziate, durante la sua carriera politica si è dimostrata un personaggio degno di nota sotto molti aspetti. Essendo parte dell’ala più progressista del PPE, si è comunque sempre battuta per i diritti delle donne e della comunità LGBTQA+, così come si è fatta promotrice di un approccio olistico in materia di immigrazione, lottando per i diritti dei rifugiati e sostenendo le pratiche di redistribuzione. Inoltre, in particolare dopo il caso della morte della giornalista Daphne Caruana Galizia, si è anche posta su posizioni critiche nei confronti del suo stesso governo, imponendosi contro le pratiche di corruzione e censura. Trattandosi in ogni caso di una convinta europeista, la difesa dello stato di diritto e dei valori europei è per lei fondamentale, ed ha già dichiarato che essi saranno al centro del suo mandato; allo stesso modo, si è impegnata a favorire la promozione dell’Unione e del Parlamento per portarli più vicini ancora ai cittadini, ampliare la loro fiducia, così come la parità di genere all’interno di essi (“I’m going to make sure that, besides the fact that I’m the third woman president of this house, that not another 20 years pass before another woman gets elected president of this parliament” – Euronews).
Le aspettative su questa presidenza non sono ancora chiaramente definite. È chiaro che sotto determinati punti di vista la sua elezione rappresenta una novità, e molti elogiano la capacità della Metsola di trovare compromessi, definendola una “bridge-builder”, per tutto il lavoro che ha svolto in passato; dall’altra parte, non è ancora possibile stabilire se le sue posizioni personali influenzeranno in maniera consistente o meno il suo mandato, nonostante le sue ripetute dichiarazioni volte a rassicurare che la posizione del Parlamento sarà rispettata e adottata come propria dalla Presidente, e se si dimostrerà all’altezza del suo predecessore. Certo è che questi due anni e mezzo porteranno con sé numerose sfide, prime su tutte la de-carbonizzazione del continente, la digitalizzazione dell’economia, il rafforzamento della difesa e dello stato di diritto, nonché la ripresa post COVID, e il ruolo di Roberta Metsola sarà cruciale circa il modo in cui verranno trattate, fronteggiate e risolte.